
La proposta del CIC
per un verde di qualità
Un pratica virtuosa per le città per contribuire
alla lotta contro i cambiamenti climatici
Il Regolamento CRCF
Nel dicembre 2024, l’Unione Europea ha pubblicato un Regolamento
che istituisce un quadro di certificazione europea per gli assorbimenti permanenti
di carbonio, lo stoccaggio di carbonio nei prodotti e il carbon farming,
il cosiddetto Regolamento CRCF (Carbon Removals
and Carbon Farming Regulation, n. 2024/3012).
Finalmente, dunque, si riconoscono efficaci e virtuose
tutte quelle pratiche agricole che abbiamo sempre declinato
con il termine carbon farming e che, a differenza di pratiche convenzionali,
sono mirate ad aumentare il sequestro del carbonio all’interno del suolo.
Carbon Farming o Carboniocoltura
Letteralmente il termine “carbon farming” si traduce in
“coltivazione di carbonio” anche se nella trasposizione della norma europea
nei documenti in lingua italiana il temine adottato è quello di “carboniocoltura”.
Quindi, la pratica agricola ottimizzata con tecniche di carbon farming
può contribuire in modo significativo agli sforzi dell’UE
per contrastare le cause del cambiamento climatico.
Le iniziative pilota andranno poi sviluppate a livello locale
o regionale al fine di raccogliere esperienze locali
per migliorare il bilancio del carbonio nel suolo.
Uno degli effetti nel medio-lungo periodo sarà quello di
creare meccanismi incentivanti e sovvenzioni,
anche tramite la Politica Agricola Comune, di quelle buone pratiche
che contribuiscono al sequestro di carbonio all’interno del suolo.
Esempi di Carbon Farming
Dall’agricoltura al verde urbano
Non ci si deve concentrare solo sul suolo agricolo extraurbano.
Si è parlato molto in questi ultimi anni di consumo di suolo,
che drammaticamente aumenta nel tempo e che per il 15%
interessa purtroppo le aree urbane: i concetti
che stanno alla base del “carbon farming” sono gli stessi che
si possono applicare al verde delle nostre città,
fonte di benessere del nostro vivere quotidiano.
E allora perché non sostenere con forza quello che possiamo
a buon diritto chiamare “Urban Carbon Farming”
intendendo con esso l’insieme di tutte quelle pratiche
agronomiche che consentono non solo di incrementare
la superficie a verde pubblico (e quindi diminuire il consumo di suolo)
ma, soprattutto, di mantenere l’ecosistema urbano più vivo
come sono vivi gli alberi, gli arbusti o i tappeti erbosi
che rendono la città più permeabile (aumentando l’intercettazione
delle acque meteoriche), meno soggetta ai picchi di temperatura,
capace di catturare anidride carbonica,
di fissare carbonio al suolo e, in ultima analisi,
di essere più resiliente e quindi più vivibile.
Un percorso iniziato nel 2023
Anche per le città il suolo non è un supporto fisico inerte,
ma un sistema biologico dinamico che esprime tutte
le proprie potenzialità quando viene ben curato e gestito.
Nel settembre 2023 questi principi li abbiamo presentati
in un’audizione alla Camera dei Deputati; ci troviamo quindi
solo all’inizio di un percorso che, se ben costruito,
potrebbe essere preso come esempio virtuoso di accurata gestione
del verde urbano non solo per fini meramente estetici
ma per il benessere complessivo delle persone
che stabilmente od occasionalmente frequentano la città.
Le potenzialità per un futuro più verde
Per poter utilizzare a pieno il Regolamento che l’Europa
ha predisposto ci sono però ancora ostacoli da superare.
Innanzitutto, il quadro di certificazione relativo alle pratiche
di Carbon farming è ancora rigidamente legato
a risultati quantitativi, che si scontrano con l’imprevedibilità
del comportamento, in termini di carbonio effettivamente sequestrato,
nei suoli agricoli diversi per caratteristiche strutturali,
situati in diverse zone geografiche climatiche.
La stima del Carbonio sequestrabile dovrebbe poi includere
anche le emissioni indirette evitate:
per esempio, l’utilizzo di fertilizzanti organici dovrebbe
essere ulteriormente premiato in considerazione dei benefici
ambientali derivanti dalla sottrazione dei rifiuti organici
dal flusso dei rifiuti destinati a smaltimento.
In ogni caso, affinato lo strumento normativo, solo con una
stretta collaborazione tra amministrazioni locali,
professionisti del verde, cittadini, stakeholders sarà possibile
dare un contributo efficace al benessere complessivo di tutta la comunità.
MANIFESTO
Urban Carbon Farming
Perchè firmare il Manifesto?
Firmare il Manifesto dell’Urban Carbon Farming
significa sostenere una visione e un insieme di pratiche
concrete che puntano a rendere le città più sostenibili,
vivibili e resilienti di fronte ai cambiamenti climatici.
Per i cittadini
- Città più vivibili: più verde significa meno isole di calore, aria più pulita, riduzione dello stress.
- Salute e benessere: spazi verdi favoriscono attività fisica, socialità e qualità della vita.
- Resilienza urbana: suoli più permeabili e ricchi di vegetazione riducono il rischio di allagamenti e migliorano la gestione delle acque piovane.
- Coinvolgimento attivo: possibilità di partecipare a progetti locali (orti urbani, piantumazioni, gestione comunitaria del verde).
Per le imprese
- Allineamento alle politiche UE: vantaggio competitivo per chi partecipa a pratiche che saranno sostenute da incentivi e sovvenzioni europee (Regolamento CRCF 2024/3012).
- Reputazione e responsabilità sociale: le aziende che sostengono il Manifesto si posizionano come attori responsabili e innovatori.
- Nuove opportunità economiche: sviluppo di filiere legate al compostaggio, al verde urbano, alle tecnologie per il monitoraggio e la gestione sostenibile.
- Riduzione dei costi indiretti: meno alluvioni e ondate di calore significa meno danni a strutture, logistica e attività economiche.
Per le amministrazioni pubbliche
- Strumento concreto per la lotta ai cambiamenti climatici in coerenza con il Green Deal europeo.
- Città più attrattive: miglioramento della qualità urbana favorisce turismo, investimenti e nuovi residenti.
- Accesso a fondi e incentivi europei: possibilità di finanziare progetti di forestazione urbana, gestione sostenibile del suolo e pratiche di carbon farming urbano.
- Collaborazione multi-stakeholder: coinvolgere cittadini, imprese e professionisti in un progetto comune di rigenerazione urbana.
- Benefici a lungo termine: riduzione del consumo di suolo, maggiore biodiversità, ecosistemi urbani resilienti