Il Rapporto Rifiuti Urbani 2024 dell’ISPRA registra un aumento dello 0,7% della produzione nazionale di rifiuti urbani. A livello regionale, si distingue la Puglia, che mostra una diminuzione dello 0,9% e, se confermato, un dato di raccolta differenziata al 64,59%, vicino all’obiettivo UE del 65% previsto per il 2035.
La frazione organica rappresenta la parte più consistente dei rifiuti urbani. Il Consorzio Biorepack, responsabile del riciclo degli imballaggi in bioplastica compostabile, afferma – tramite il direttore Carmine Pagnozzi – che copre l’80% della popolazione italiana, raggiungendo il 100% dei comuni pugliesi. L’obiettivo è promuovere un’economia circolare attraverso un conferimento corretto nell’umido, includendo solo scarti alimentari e imballaggi compostabili certificati, escludendo materiali non compostabili come plastica, vetro e metalli.
Tuttavia, secondo Lella Miccolis, presidente del Consorzio Italiano Compostatori (CIC), la qualità della frazione organica è in calo: sebbene non sia “inquinata”, crescono le impurità merceologiche, cioè errori di conferimento da parte dei cittadini. In Puglia, queste impurità sono salite dal 7,5% nel 2022 all’8,5% nel 2023, superando il limite massimo normativo del 5%.
Le impurità compromettono la produzione di compost: a livello nazionale, oltre il 20% del materiale organico viene perso nel trattamento. Tra gli errori più comuni:
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Gettare vasetti di yogurt nell’umido;
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Non rimuovere le etichette adesive da frutta o sacchetti compostabili;
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Confondere materiali apparentemente “verdi” ma non certificati compostabili.
Per riconoscere un prodotto compostabile, è necessario che sia certificato, con marchio di compostabilità e riferimento normativo. Solo lo slogan “compostabile” non è sufficiente.
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Fonte: TGR – RaiNews