L’Unione Europea ha definito obiettivi particolarmente ambiziosi in materia di gestione dei rifiuti in quanto entro il 2035 il 65% dei rifiuti urbani dovrà essere avviato a riciclo, con una quota significativa rappresentata dal rifiuto organico.
Dal 2024 gli Stati membri sono tenuti a garantire la raccolta separata degli scarti organici provenienti da cucine e mense; tuttavia, il livello di applicazione della normativa risulta ancora eterogeneo.
Nel contesto di queste sfide, il progetto europeo LIFE BIOBEST ha analizzato la gestione del rifiuto organico in diversi Paesi dell’UE, individuando criticità e proponendo misure correttive. Tra le azioni raccomandate figurano il rafforzamento del quadro normativo, il miglioramento degli incentivi economici, una pianificazione più accurata degli impianti a livello locale, un maggiore coinvolgimento dei cittadini e l’adozione di strumenti avanzati per monitorare le performance della raccolta.
L’Italia viene indicata come esempio di buona pratica: già dal 2022 ha introdotto l’obbligo della raccolta separata del rifiuto organico, raggiungendo oltre il 92% della popolazione con sistemi dedicati agli scarti alimentari (dati CIC). Oltre alla produzione di compost, il Paese sta modernizzando gli impianti per incrementare la produzione di biometano, utilizzabile come carburante o immettibile nella rete nazionale del gas.
Ciò consente non solo di valorizzare il compost, ma anche di generare ulteriori ricavi dalla vendita di biometano e di CO₂ purificata.
L’Italia ha inoltre integrato nella filiera della raccolta gli imballaggi biodegradabili certificati secondo la norma UNI EN 13432 e vanta il primo sistema di responsabilità estesa del produttore (EPR) specifico per le bioplastiche compostabili, ovvero Biorepack. Tale scelta ha richiesto adeguamenti tecnologici negli impianti di trattamento, che devono gestire congiuntamente rifiuto organico e imballaggi compostabili; anche sotto questo profilo, il Paese risulta in una posizione avanzata rispetto al resto d’Europa.
In sintesi: la normativa UE punta decisamente sulla raccolta separata del rifiuto organico, ma l’attuazione è disomogenea. Alcuni Paesi arrancano, sia perché non hanno ancora strutturato sistemi di raccolta efficienti, sia perché non hanno la capacità impiantistica adeguata.
Al contrario, l’Italia è mostrata come modello di successo, non solo per la raccolta ma anche per l’innovazione nel trattamento (biometano, sistemi chiusi, EPR per plastica compostabile).
Per raggiungere gli obiettivi dell’UE servono dunque investimenti, coordinamento, incentivi e una pianificazione locale mirata.
FONTE: Waste Management World
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